Amat , confermato lo sciopero di quattro ore di mercoledì 12 maggio. Sindacati “in gioco c’è il futuro dell’Azienda”

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Resta confermato lo sciopero di quattro ore dei lavoratori Amat previsto per mercoledì 12 maggio. La decisione dei sindacati di categoria Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti, Ugl Trasporti, Faisa Cisal, Cobas Trasporti e Orsa Trasporti, è giunta al culmine dell’incontro che si è svolto in videoconferenza fra le parti sociali e gli assessori comunali alla Mobilità e Rapporti funzionali con Amat Giusto Catania e al Bilancio Sergio Marino. In particolare autisti e verificatori sciopereranno dalle 9 alle 13 e gli addetti agli impianti fissi, uffici e restante personale nelle ultime 4 ore di lavoro. “Siamo consapevoli dei possibili disagi per la cittadinanza e ci scusiamo sin da subito – spiegano Franco Mineo per la Filt Cgil, Salvatore Girgenti per la Fit Cisl, Franco Trupia per Uil Trasporti, Corrado di Maria per Ugl Trasporti, Fabio Danisvalle per Faisa Cisal, Carlo Cataldi per Cobas Trasporti e Giuseppe Taormina per Orsa Trasporti –, ma in gioco c’è il futuro di un’azienda fondamentale per la città e per la vita di ben 1200 famiglie. Dal Comune non è giunta alcuna rassicurazione, sulla vicenda di Tari e Tosap, si continua a sostenere che le somme richieste alla Partecipata dall’amministrazione comunale sono giuste e dovute, e questo mina fortemente la stabilità economica di Amat. Non siamo noi a sostenerlo ma lo stesso Presidente considera instabile il futuro economico-finanziario di questa azienda”. Nelle scorse settimane i sindacati avevano chiesto una soluzione proprio all’amministrazione comunale, alla luce della conferma del taglio nel primo bimestre di quest’anno di circa il 10 per cento del contributo che il Comune versa ad Amat (da 4,6 milioni a circa 4,1 e una soluzione sul contenzioso fiscale fra l’ente locale e l’Azienda legato alla Tosap e alla Tari che gravano per, rispettivamente, 94 milioni euro e circa 32 milioni euro. I sindacati sollecitano anche un nuovo contratto di servizio con la ricapitalizzazione dell’azienda. “Non abbiamo altra scelta che procedere con lo sciopero”.

 

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