“Siamo dalla parte di tanti, lavoratori, disoccupati, pensionati, famiglie, imprese, commercianti che non riescono più a sostenere il peso dell’aumento dei costi delle bollette e del caro vita. La nostra confederazione a livello nazionale sta portando avanti le nostre proposte che saranno, ci auguriamo presto, oggetto di confronto con il nuovo governo nazionale, appena sarà insediato”. Ad affermarlo è il segretario generale Cisl Palermo Trapani Leonardo La Piana che aggiunge “per questo riteniamo che le manifestazione di piazza siano uno strumento legittimo ma del quale non abusare ecco perché oggi a Trapani la Cisl ha deciso di non partecipare alla manifestazione contro il caro bollette. “Pur condividendo lo stato di esasperazione di chi non ce la fa più, siamo dell’idea che adesso non è il momento di scendere in piazza ma di cercare il dialogo e il confronto. Il disagio che vivono i cittadini, le imprese, i commercianti, è tangibile e sotto gli occhi di tutti, serve quindi un intervento congiunto da parte dell’Ue e del governo nazionale al fine di lavorare per ottenere un tetto europeo al prezzo del gas importato; una politica fiscale ed energetica comune puntando alla sovranità energetica continentale, e il rifinanziamento del Fondo Sure per sostenere lavoro e protezioni sociali. Purtroppo – afferma La Piana – i circa 56 miliardi di euro inseriti con gli ultimi decreti aiuti, non sono stati sufficienti. Serve immediatamente un contrasto a ogni forma di speculazione. Riteniamo, inoltre, che le stesse ‘ricette’ non possono andare bene dappertutto , ecco perché nei nostri territori occorre rilanciare il tessuto produttivo e l’occupazione. Il primo atto che dovremo richiedere al governo regionale che si insedierà a breve sarà appunto quello di predisporre misure urgenti per aiutare concretamente famiglie e imprese. Insieme a tutto questo deve ripartire a livello nazionale un dialogo immediato sulla legge di stabilità perché abbiamo un tema urgente, come quello del caro vita e del caro bollette ma non possiamo dimenticare che ci sono altre questioni che vanno affrontate in questo scorcio del 2022 e tra queste il tema delle pensioni, perché se non si farà nulla dal 1 gennaio 2023 ritornerà l’odiato scalone Fornero con tutte le conseguenze che si porta dietro”. La Piana conclude “ancora una volta la Cisl ritiene che la partita vada giocata ai tavoli di trattativa e valuteremo di scendere in piazza nel caso in cui i nostri appelli dovessero restare inascoltati o se la politica decidesse di sintonizzarsi su frequenze irricevibili ”.