Sbarchi. Lettera aperta della Cisl, delusa da Barroso

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Il sindacato scrive a Chiesa, associazioni, sindaci: “Un dramma di dimensioni epocali non può essere ridotto a una questione di mere risorse aggiuntive. Né in Italia basta l’abolizione del reato odioso di clandestinità”. L’appello a fare fronte comune

 

Una lettera aperta in tema di flussi migratori e politiche di accoglienza, è stata indirizzata oggi dalla segreteria regionale Cisl ai vescovi e alla Chiesa siciliana, alle grandi organizzazioni economiche e sociali dell’Isola. Alle associazioni del volontariato impegnate su questo fronte. E ai sindaci dei comuni in cui si concentrano gli sbarchi. Il sindacato guidato in Sicilia da Maurizio Bernava, alla vigilia della mobilitazione che si terrà domani in tutte le province dell’Isola all’insegna dello slogan “Fermiamo le stragi nel Mediterraneo”, chiede a tutti di “fare fronte comune tenendo alta l’attenzione su un terreno dal marcato valore morale e civile ed esercitando una pressione forte su ogni livello istituzionale, regionale, nazionale, europeo”. “La mobilitazione non può fermarsi domani”, scrive il sindacato denunciando “delusione” per la visita di ieri a Lampedusa del presidente della Commissione Ue Barroso, assieme ai vertici di Stato e Regione. La presenza dell’Europa sul suo fronte Sud, scrive la Cisl, “non può esaurirsi in parole e iniziative di circostanza” come quelle registrate nell’isola delle Pelagie. “Bisogna intervenire a monte, in modo organico e strutturale, con azioni di svolta mai viste finora, sulle cause del fenomeno e sui drammi e le tragedie che esso comporta”. Meglio: “Ue e potenze mondiali affrontino assieme, complessivamente – scrive la Cisl – le cause dell’immigrazione”. Al riguardo, il sindacato ritiene che la Sicilia e Lampedusa non debbano essere lasciate sole ma anche che “un dramma di dimensioni epocali non può essere ridotto a una questione di mere risorse aggiuntive”. “Non basta aggiungere più risorse – afferma la Cisl – così come a livello nazionale – sottolinea – non basta l’abolizione del reato odioso di clandestinità”.
Per il sindacato, gli sbarchi non termineranno presto. Semmai, aumenteranno con il loro carico di tragedie, tensioni e conflitti. Basta dare uno sguardo a quanto, anche in queste ore, accade in Africa e Medio Oriente. Pertanto, “le istituzioni di governo sovranazionale così come intervengono sui conflitti che esplodono in ogni angolo del mondo, hanno il dovere – rimarca la Cisl – di intervenire per far cessare la moderna tratta degli schiavi che si nasconde dietro ai flussi”. “Hanno il dovere – si legge – di intervenire per cancellare gli interessi mafiosi e le complicità di Stato che si muovono attorno alla disperazione di chi fugge da fame e guerre”. Quella dei flussi, per il sindacato, è una tragedia che per numeri, situazioni, tempi, ha le dimensioni di una guerra e come guerra va affrontata in sede, non solo nazionale, ma sovranazionale: “è questo che, a ogni livello istituzionale va preteso con forza”, recita la lettera. Anche con il ricorso a corridoi umanitari protetti e garantiti dagli organismi internazionali, “secondo standard umanitari e di civiltà”. Nella lettera la Cisl chiede anche che “ci si avvii verso norme omogenee in tutta Europa in materia di inasprimento delle sanzioni contro i mercanti di morte e di diritto di asilo”. E così conclude: “Desideriamo che l’Europa giochi un ruolo di pace e stabilità nel mondo. Desideriamo un’Europa che sia, nel mondo, attivamente pacifica e solidale”. (ug)

 

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