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Bonanni: scioperiamo per far sentire la voce dei lavoratori. Bernava: tre emergenze opprimono la Sicilia. Priorità: tagliare tasse troppo alte e riorganizzare economia e politiche sociali. In Sicilia mobilitazione Cisl venerdì 15 e sabato 23
“Lo sciopero è un sacrificio ma dobbiamo trovare il sistema per farci sentire visto che le tasse così alte sono la tomba dell’economia”. A dirlo il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, con riferimento alla mobilitazione sindacale che coinvolgerà il mondo italiano del lavoro nei prossimi giorni, in Sicilia con la particolare articolazione decisa dal comitato esecutivo regionale dell’organizzazione sindacale. “Lo sciopero – afferma Bonanni – è l’unico modo per scuotere questo muro di gomma”. “O si arriva al taglio delle spese inefficienti e delle ruberie o le tasse aumenteranno a dismisura”. Il leader Cisl ricorda anche che su questo Cgil Cisl e Uil sollecitano da tempo il governo ad aprire “un confronto vero”. Ma il fatto è che “la politica non vuole tagliare le spese”. Le questioni essenziali, rileva ancora il segretario, sono quelle delle tasse ma anche quelle della cassa integrazione. “Non si può lasciare per strada le famiglie che non avrebbero né persone che lavorano né redditi”. Sulla possibilità poi di trovare un’alternativa per ridurre la pressione fiscale, Bonanni dichiara: “Bisognerebbe far pagare le tasse ad altre storie; ad esempio il gioco d’azzardo equivale per fatturato a 100 miliardi l’anno, il poker online paga solamente lo 0,40% di tasse. Se lo portassero al 30% sarebbe un’entrata di più di 15 miliardi. Perché il ministero dell’Economia non tira fuori questi dossier?”.
Quanto alla Sicilia, per il segretario generale regionale, Maurizio Bernava, l’Isola è oppressa da tre emergenze: quella economica, quella sociale e quella etico-istituzionale. Da qui la mobilitazione, per far ripartire il treno dell’economia; per rompere con le pratiche politico-amministrative che hanno fin qui affossato la regione. Perché siano riorganizzate le politiche sociali e perché sia spedita in soffitta una politica miope, interessata solo a intermediare per logiche di consenso, i processi economici. Alla Sicilia, afferma Bernava, serve un patto sociale affinché sia ridotto il carico fiscale “generale e locale” su famiglie, lavoratori e pensionati e sulle imprese che investono. E per spostare risorse da sprechi, inefficienze, rendite, clientele, allo sviluppo. “A questo spostamento – ripete – devono concorrere Stato, Regione ed enti locali”.
In Sicilia la mobilitazione della Cisl si svolgerà in due tappe: il 15 novembre con l’adesione allo sciopero nazionale di quattro ore nei luoghi di lavoro, senza partecipazione a manifestazioni locali. Il successivo sabato 23 con “un’unica manifestazione pubblica regionale aperta alle adesioni di associazioni e soggetti della rappresentanza sociale”. (ug)