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Ci sono tante cose da fare: stabilire un prezziario regionale standard, rivedere la rete ospedaliera spostando la medicina e l’assistenza nel territorio, tagliare gli appalti esterni, razionalizzare il personale, peraltro in diminuzione, puntare sull’ integrazione sociosanitaria insieme all’assessorato alla Famiglia, e, infine, realizzare i Pta. Assistere un malato in casa costa sette volte meno che in ospedale
PALERMO (ITALPRESS) – La realizzazione dei Presidi Territoriali di Assistenza, la riorganizzazione dell’assistenza specialistica nei poliambulatori e della Seus che gestisce il 118, la rimodulazione dei posti letto nelle case di cura private, ma soprattutto l’eliminazione dell’ingerenza della politica nella sanità pubblica. Sono queste alcune delle linee-guida della riforma 5 del 2009 della sanità siciliana di cui si è discusso oggi al convegno della Cisl Sicilia, presso l’Hotel delle Palme di Palermo, intitolato “La sanità in Sicilia. Luci e ombre”. Al convegno hanno partecipato il segretario regionale della Cisl Sicilia, Maurizio Bernava, il segretario generale della Cisl Fp Sicilia, Gigi Caracausi, e il segretario nazionale, Giovanni Faverin. Ospite d’onore l’assessore alla Salute della Regione Siciliana, Lucia Borsellino, che all’epoca della riforma era direttore generale sotto la guida dell’assessore Massimo Russo. Il percorso operativo della riforma non convince il sindacato, che dall’odierna kermesse lancia un allarme sullo stato di salute della sanità dell’isola, che presenta “alcune luci e molte ombre, anche se è importante aver evitato il commissariamento come accaduto in altre regioni. Ma a fronte di un invecchiamento della popolazione e, di conseguenza, di un’accresciuta richiesta di assistenza sanitaria, sono ancora presenti diversi elementi di criticità”. Tra le eccellenze spiccano il Centro cardiologico pediatrico del Mediterraneo Bambin Gesù di Taormina, le sale operatorie intelligenti dell’Ismett, la chirurgia robotica mininvasiva dell’ospedale Villa Sofia-Cervello, l’assistenza ai midullolesi nel presidio Villa delle Ginestre, la cardiologia di Catania, l’istituto di ricerca Oasi di Troina, la fondazione “Bonino Pulejo” per la cura dei pazienti neurolesi.
Ma sui tanti dati negativi il giudizio di Caracausi è categorico: “Rispetto a un anno fa non è cambiato nulla – dice -, la politica continua a fare ingerenza nella sanità. La Borsellino si fidi di più delle parti sociali e dell’utenza. Quanto al 118, è un ottimo servizio ma va gestito e controllato. E non è vero che ci sono 600 dipendenti in esubero – aggiunge – perché 480 lavorano in convenzione con le Asp. Gli altri 120 si potrebbero assegnare a quei servizi che oggi vengono esternalizzati, realizzando un notevole risparmio economico”. Anche Bernava è critico sui modi e sui tempi di applicazione della riforma: “Ci sono tante cose da fare – afferma -: stabilire un prezziario regionale standard, rivedere la rete ospedaliera spostando la medicina e l’assistenza nel territorio, tagliare gli appalti esterni, razionalizzare il personale, peraltro in diminuzione, puntare sull’ integrazione sociosanitaria insieme all’assessorato alla Famiglia, e, infine, realizzare i Pta. Assistere un malato in casa costa sette volte meno che in ospedale”. Dal canto suo, l’assessore Borsellino apprezza le proposte della Cisl, “coerenti con la nostra azione di governo”, e ammette che “una delle ombre della riforma riguarda la piena attivazione dei Pta, che richiede, proprio per la varietà
dell’offerta, una programmazione più articolata e una riconversione delle risorse umane. È importante – prosegue l’assessore – riqualificare le risorse esistenti per garantire quei servizi che prima erano totalmente concentrati nell’ambito ospedaliero. Ci stiamo sforzando per questo e sappiamo benissimo che nei primi anni i Pta sono rimasti una chimera. Stiamo già procedendo con una verifica in loco dell’organizzazione del
servizio”. Quando all’accreditamento delle cliniche private, la Borsellino è chiara: “la Sicilia aveva già iniziato un percorso virtuoso prima ancora dell’abbassamento degli standard ospedalieri e siamo preparati alla sfida. Abbiamo un numero di posti letto in linea con la popolazione. Puntiamo a valorizzare le eccellenze sia pubbliche sia private e a promuoverne la compartecipazione senza che ci sia una sterile concorrenza”.