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Posti di lavoro persi, a rischio, imprese che chiudono, disoccupazione in aumento ed enti pubblici in difficoltà, servono serie politiche industriali, la soluzione alle vertenze e una pubblica amministrazione funzionante che elimini gli sprechi
A lanciare l’allarme affinché si giunga presto al rilancio dei tessuti economici e produttivi è la Cisl Palermo Trapani riunita in un attivo territoriale dei dirigenti e quadri Rsu e Rsa, al quale hanno preso parte i Segretari generali nazionali di Cisl Funzione pubblica e Fim Federazione metalmeccanici, Giovanni Faverin e Giuseppe Farina, Mimmo Milazzo Segretario Cisl Palermo Trapani e Maurizio Bernava Segretario Cisl Sicilia.
“Siamo fortemente preoccupati se non si inverte questa tendenza in negativo della nostra economia – ha spiegato Mimmo Milazzo Segretario Cisl Palermo Trapani – nei prossimi due anni saranno migliaia i posti di lavoro persi nei soli territori di Palermo e Trapani. Alla politica chiediamo uno sforzo in più con interventi mirati nelle zone industriali in crisi, con lo sgravio fiscale e dei costi del lavoro per aiutare le imprese e con la soluzione delle vertenze che soffocano il sistema economico del territorio dalla Fiat di Termini Imerese, Fincantieri e la zona industriale di Carini ,dove bisogna evitare la chiusura di fondamentali realtà quali la keller e Ansaldo Breda”.
Il Segretario Cisl Sicilia Bernava ha aggiunto “il settore pubblico, con gli enti locali in default e le partecipate in crisi appare senza strategia, il privato soffre con perdite di posti di lavoro, la Regione deve avere più consapevolezza e partendo da questa analisi economica deve riunire tutti gli attori interessati, rappresentanti del mondo del lavoro, delle imprese, per costruire un piano strategico che finalmente porti alla produzione di reddito e ricchezza, che ristrutturi la spesa puntando sulla tenuta dei conti con politiche sane di bilancio e che miri allo spostamento di risorse dagli sprechi alla spesa sociale, per intervenire sulla povertà. Servono poi politiche di rilancio in settori produttivi che possano fare da volano come ad esempio l’edilizia. La politica – ha aggiunto Bernava – ha girato le spalle come abbiamo visto nell’ultima finanziaria, da mesi, poi, siamo bloccati sul riordino delle province. Noi faremo la nostra parte, ai comuni, ai sindaci e all’Anci, proporremo un alleanza per costruire una vera strategia di sviluppo e saremo rigorosi sia in termini di proposta che in termini di protesta. A livello nazionale chiediamo con forza al governo di tagliare le tasse sui redditi di lavoratori e pensionati, e lo stiamo facendo con una campagna che invaderà i social network e i siti istituzionali affinché il messaggio giunga al premier Renzi”. Bernava ha poi aggiunto, “La rappresentanza del lavoro non la possiamo e vogliamo delegare a nessuno, ognuno faccia il suo ruolo”. Soffrono settori cruciali dell’economia come quello metalmeccanico. “E’ ora di dare riposte certe alle vertenze del settore – ha affermato Milazzo Segretario Cisl Palermo Trapani –, su Fiat la Regione acceleri l’avvio delle opere previste dall’accordo di programma per rendere attrattiva la zona di Termini e il governo nazionale provveda subito alla firma dell’accordo che svincola invece i fondi per gli investimenti. Serve una seria proposta industriale per assicurare un futuro ai 1200 lavoratori”. Fra le vertenze più calde anche quella del settore delle telecomunicazioni, Almaviva su tutte che fra Palermo e Catania impiega ben 6500 persone. “Una importante realtà industriale da preservare con tutti gli interventi amministrativi e politici da attivare per evitare che l’Azienda abbandoni la Sicilia” ha aggiunto Milazzo. Da qui le richieste del sindacato “la Regione ha un ruolo determinante, si attivino subito politiche di rilancio seguendo la scia delle zone franche urbane di recente approvate, intervenga concretamente per l’occupazione giovanile, e soprattutto snellisca la macchina burocratica”. Ma per incentivare lo sviluppo che passa anche attraverso l’aumento dei consumi, è essenziale una pubblica amministrazione efficiente. “Da tempo chiediamo al comune di Palermo – ha ribadito il Segretario della Cisl Palermo Trapani – di lavorare insieme ad una totale riorganizzazione delle partecipate, partendo da una puntuale e corretta ricognizione, quantificazione e valorizzazione dei servizi che le società devono svolgere, dell’ottimizzazione del personale, anche perché le partecipate con i loro debiti incideranno ancora di più sulle casse dei comuni con l’avvio dei bilanci consolidati”. Servono subito risposte in termini di politiche industriali, ha spiegato Giuseppe Farina Segretario nazionale Fim Cisl “In Sicilia, come in altre regione del Sud il rischio serio è la desertificazione industriale. Per intervenire non c’è una sola ricetta, ci sono intanto tante vertenze che attendono una soluzione come quella della Fiat di Termini, presseremo ancora di più il governo affinché ciò avvenga. Ma bisogna dare anche un chiaro segnale per la ripresa, il governo nazionale deve fare serio uso della leva fiscale riducendo le tasse sui lavoratori e sugli investimenti delle imprese, solo cosi potremo tornare a sperare”. Il Segretario nazionale Cisl Fp Giovanni Faverin ha commentato “Sono tre le grandi priorità del nostro paese: che le imprese possano tornare a produrre lavoro, chi cerca lavoro possa trovarlo e tornare a consumare, che le tasse sul lavoro diminuiscano. E il settore pubblico deve fare autocritica davanti alla crisi e alle difficoltà dei territori. E’ ora che il governo riformi la pubblica amministrazione, troppi dirigenti, troppi interessi, malaffari e interessi, Troppe le risorse pubbliche che non vanno nella direzione di sostegno all’economia, lunghi i tempi degli appalti, per realizzare un opera in media passano ben 11 anni. E’ ora dunque di cambiare le norme accelerando i tempi nel segno della cantierabilità” Durante l’attivo è stato discusso il nuovo testo di accordo sulla rappresentanza siglato lo scorso 10 gennaio, che ha introdotto la certificazione della rappresentanza e della rappresentatività che avrà validità ai tavoli negoziale in fase di contrattazione, regola meglio la rappresentanza nelle aziende inserendo anche la decadenza dal ruolo di Rsu nel caso in cui il rappresentante decida di non appartenere alla organizzazione sindacale di origine. L’accordo infine introduce sanzioni in caso di mancato adempimento degli accordi aziendali sottoscritti.
I numeri della crisi
Il numero complessivo delle imprese registrate nella provincia di Palermo lo scorso anni è pari a 97.901 unità con un calo rispetto all’anno precedente del 1,7%, le attive sono 77.584, l ‘1,9% in meno dell’anno precedente. In crisi i settori da sempre trainanti dell’economia palermitana, il commercio, l’agricoltura, il metalmeccanico, il settore edile e i servizi alle imprese. A Palermo aumentano le imprese in liquidazione rispetto al 2012, sono ben il 16% in più. Va peggio a Trapani, dove le iscrizioni sono state 2.830 nel 2012 e 2.699 nel 2013, ma appare allarmante il numero delle chiusure, 3.006 nel 2012 e 3.032 nel 2013 con un saldo dunque fortemente negativo. A tracciare questo quadro della crisi con dati da allarme, è la Cisl Palermo Trapani, riunita nell’attivo territoriale al quale hanno preso parte i dirigenti e quadri Rsu e Rsa.
Dando uno sguardo ai dati dell’occupazione e la disoccupazione in Sicilia e nei territori di Palermo e Trapani, si può parlare di vero allarme sociale. La disoccupazione secondo i dati Istat ha raggiunto nell’Isola il 21%, il 20,7 a Palermo, il 22,5 a Trapani. Gli occupati sono il 39,3% in Sicilia, il 37,4 a Palermo e 39,8 a Trapani. Ad allarmare è la disoccupazione giovanile ( intesa dai 18 ai 29 anni) salita al 45,5% nei dati regionali, al 44,8 nel capoluogo siciliano, al 46,8 a Trapani. Dato che sale ad oltre il 50% se si guarda agli under 25, il 53,8% in Sicilia, il 53 a Palermo, il 53,6 a Trapani.
Solo a Trapani rispetto al 2012 ci sono 7.500 occupati in meno nella provincia si raggiunge – 40%. Il quadro nero che allarma i sindacati, tocca settori dunque cruciali, come è a Trapani l’edilizia, nell’ultimo anno scesa del 3% , reggono un po’ meglio l’industria , il turismo e i servizi. E come a Palermo è il settore metalmeccanico, dove sono oltre 2 mila i lavoratori in cassa integrazione fra Palermo e provincia e dove sono circa 200 quelli che hanno perso il posto di lavoro già da due anni.
Il settore meltameccanico non è però l’unico a risentire della crisi. Spicca anche la vertenza del call center Almaviva che impiega solo a Palermo 4500 persone, 2 mila e Catania. Il tasso di sopravvivenza delle imprese a Palermo è contenuto, tre quelle attive e classificate nel 2010 sopravvive ancora il 73,4%. Le imprese attive occupano circa 191.746 addetti ma l’occupazione fra queste aziende mostra nel 2013 una diminuzione del 2,3%.
A guardare i dati del 2013 a guidare l’economia palermitana è stato il commercio, il settore con il maggior numero di imprese ma è anche quello in cui si registrano il maggior numero di cessazioni ben il 39%, segue l’agricoltura con il 15% e le costruzioni con il 10%. L’occupazione fra le imprese ha subito una riduzione del 3,5% rispetto al 2012, soprattutto nel settore agricolo (10%), turistico (-8%). E in questo quadro si inserisce l’aumento al ricorso agli ammortizzatori sociali, lo scorso anno in tutta l’Isola sono stati 11.530 i cassintegrati in più e per metà l’erogazione degli ammortizzatori sociali ha riguardato il territorio di Palermo.