Sede Frontex a Catania, Cisl “bene ma non basta, ripensare a meccanismo cittadinanza”

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“L’istituzione di un ufficio siciliano di Frontex è una bella notizia. Ma non vorremmo che la montagna finisca col partorire un topolino”. Mimmo Milazzo, segretario della Cisl Sicilia, commenta così la scelta di Catania come sede operativa dell’agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne dell’Unione. “Rispetto all’atteggiamento di totale chiusura, di qualche mese fa, è certo un passo avanti”, rileva il segretario richiamando la manifestazione nazionale che Cgil Cisl e Uil hanno organizzato insieme il Primo maggio a Pozzallo (Ragusa), con l’intento proprio di accendere i riflettori sui temi dell’immigrazione, del Mediterraneo come spazio di pace, della lotta alla marginalità. “Ma una sede siciliana di Frontex è condizione necessaria eppure non sufficiente”, ripete Milazzo rimarcando che “il punto è recuperare una visione che affidi all’Unione un progetto e un ruolo sul piano mondiale”. In questo senso, “per prima cosa va cambiato il regolamento di Dublino in tema di diritto d’asilo”, che impone la presentazione della domanda nello Stato Ue in cui il profugo sbarca. Inoltre, sul piano nazionale, va ripensato il meccanismo della cittadinanza perché “i figli di migranti che nascono in Italia, studiano in Italia, si formano in Italia e lavorano in Italia, sono cittadini italiani a tutti gli effetti”. “L’Europa – rimarca il segretario – o è spazio comune dell’amicizia e della solidarietà. O non è più Europa. È un’altra cosa”.

 

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