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“Lavorare dodici ore di fila a quaranta gradi anche con mezzi privi di aria condizionata per recuperare l’ennesima criticità della raccolta rifiuti che è certamente frutto della carenza dei mezzi e della visibile riduzione del parco cassonetti in città: è quanto hanno fatto in questi giorni i lavoratori di Rap e questo senso di responsabilità avrebbe imposto un plauso quanto meno dai vertici aziendali che conoscono la verità dei fatti”. Cosi commentano la vertenza Rap e le polemiche dei giorni scorsi i sindacati di categoria per voce dei rappresentanti Dionisio Giordano segretario regionale Fit Cisl Ambiente, Gianni Acquaviva Uiltrasporti, Antonio Vaccaro segretario Ugl, Felice Cuffaro segretario Fiadel, Carmelo Giallombardo segretario Filas. “Adesso che la città sta rientrando in condizioni di normalità igienico–sanitaria, certamente non grazie alle sterili polemiche, vogliamo sia fatta chiarezza una volta per tutte”. “Ci dicano con un’operazione verità, comune e azienda, se i mezzi attesi da oltre un anno sono realmente in arrivo in modo da fornire a tutti, soprattutto ai cittadini la data reale a partire dalla quale si potrà finalmente parlare di un servizio di raccolta degno di una città civile. Basta con le date comunicate e poi smentite dai fatti e basta con la menzogna di una opposizione di lavoratori e sindacati al tentativo di riorganizzazione aziendale: esistono verbali sindacali già sottoscritti che parlano chiaro e sono accessibili a tutti, si proceda con le modifiche rivoluzionarie. Forse non è chiaro: ciò che serve a questa azienda sono gli auto compattatori”. “Sulla solita solfa dei sindacati che hanno contribuito al fallimento di Amia – continuano – ci limitiamo a ricordare che su questo procedimento penale si sono svolte indagini, processi e condanne che non hanno mai visto il coinvolgimento di nessun rappresentante sindacale e che hanno evidenziato, quale concausa fondamentale del fallimento, non solo un corrispettivo di contratto di servizio inadeguato alle reali esigenze dei servizi di igiene ambientale ma anche il cronico ritardo con cui il comune di Palermo versava le somme all’azienda determinando debiti su debiti.”.
“L’auspicio è che, adeguato il contratto di servizio, l’attuale amministrazione non ripeta i vizi della precedente amministrazione sui ritardi nei pagamenti. Il plauso ai lavoratori ancora una volta dipinti come il male assoluto della città e che in silenzio, con tanto prolungato impegno, con mezzi scarsi e senza dispositivi di sicurezza hanno ricondotto a normalità il servizio di raccolta, nonostante l’assenza del presidente, lo facciamo noi”.
“La gogna mediatica di questi ultimi giorni è ricaduta sempre sui lavoratori e ciò che dispiace è che ad aprire le danze sia stato proprio il presidente Marino. Il gioco è chiaro: una volta i lavoratori, una volta i sindacati, un’altra i dirigenti, un’altra ancora tutti insieme, mai che si ammetta una volta e per tutte che un’azienda di igiene ambientale senza mezzi e senza attrezzature non sarà in grado di rendere un servizio efficiente alla città, perché condizionata dalla sua inadeguatezza strutturale”. I sindacati di Rap concludono “le assemblee di febbraio e marzo condussero il sindaco in Procura, anche in questo caso ci limitiamo a ricordare che da quella data questo è il terzo episodio di criticità della raccolta, senza assemblee dei lavoratori ma con lo stesso risultato. Ci auguriamo che la magistratura comprenda che l’attacco e le denunce ai lavoratori spesso sono state il facile pretesto per nascondere altre responsabilità”.