Job Act, Cisl Sicilia “tre le questioni aperte per le quali è necessario il confronto col governo”

[print_link]
 

Sono tre le questioni che il Job Act e gli otto decreti legislativi di attuazione lasciano ancora aperte e alle quali il governo nazionale deve “metter mano in tempi brevi sulla base di un confronto vero, non finto, con le parti sociali”. Riguardano: la stabilità dei rapporti di lavoro, la ricollocazione di chi il lavoro lo perde e la correzione di rotta, in particolare in tema di voucher. A dirlo Gigi Petteni, segretario confederale Cisl, che ha concluso, oggi a Palermo, un forum dedicato al tema, dalla Cisl Sicilia. Il sindacato guidato da Mimmo Milazzo ha voluto “accendere i riflettori sullo stato dell’arte di una delle leggi-simbolo del governo Renzi, perché riteniamo necessario – ha spiegato il segretario – far luce sui cambiamenti strutturali intervenuti nella normativa e nel mercato, per governarli in direzione del rafforzamento delle tutele e dei diritti. Anche attraverso – ha precisato – la contrattazione e la contrattazione cosiddetta di secondo livello”. Giorgio Tessitore, della segreteria regionale, ha svolto la relazione introduttiva. Ha illustrato le novità intervenute sul fronte del diritto, dal pacchetto Treu alla legge Biagi alle norme attualmente in vigore. E s’è soffermato sui rapporti tra contrattazione e fasi economiche, sulle diverse fattispecie contrattuali e sugli “sviluppi che ci auguriamo, in materia di partecipazione dei lavoratori ai processi decisionali e alla vita delle aziende”. Petteni ha messo il dito sulle questioni aperte. “Perché la legge c’è – ha rimarcato – e va gestita al meglio. E il governo deve dare retta a chi il Job Act lo vive ogni giorno sulla propria pelle”. Riguardo ai nodi da sciogliere, il segretario confederale ha insistito affinché il lavoro stabile sia reso davvero competitivo rispetto alle altre forme contrattuali. “Bisogna andare oltre gli incentivi, che oltretutto sono calanti – ha detto – e scegliere: o si rende il lavoro stabile meno costoso di quello flessibile o si aumenta il costo delle attività flessibili rispetto a quelle stabili”. Il governo, inoltre, deve “agire sulla leva della ricollocazione di chi il lavoro lo perde”. Non bastano solo forme di assistenza, è necessario che entro pochi mesi dalla fuoriuscita dal mercato, il lavoratore possa avvalersi di “servizi pubblici o privati di formazione, accompagnamento e reinserimento”. L’altra questione che preoccupa la Cisl è, in particolare,~la vicenda dei voucher: “hanno registrato un’esplosione sospetta – ha sostenuto Petteni – persino sproporzionata”. Per evitare lavoro nero sotto mentite spoglie,~ne vanno ridefiniti campo e modalità: “va precisato meglio come e dove possono essere utilizzati”.

 

News correlate