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“Con questa Finanziaria si mettono toppe. E si sceglie di non scegliere”. Così la Cisl Sicilia per voce del segretario Mimmo Milazzo, sul documento finanziario in discussione all’Ars. In una nota il sindacato punta il dito contro la “politica dell’imbroglio” svelata dalla legge di Stabilità alle battute finali a Sala d’Ercole. Il disegno di legge di cui si discute, si legge, mostra poche luci e molte ombre. Consentendo di attingere per 127,8 milioni al Fondo sanitario per far fronte a un debito contratto col ministero dell’Economia, si mettono in forse, scrive la Cisl, le risorse per il via ai tanto sbandierati concorsi. E si mette in discussione il principio assunto negli ultimi anni come cardine di buona amministrazione, secondo cui i risparmi ottenuti nel settore della sanità vadano reinvestisti nel settore della sanità. La Cisl segnala che il testo di legge che per definizione dovrebbe contenere le linee d’indirizzo per la crescita economica e sociale, “non programma sviluppo né mette in conto iniziative contro la crisi di una Sicilia in depressione, che dal 2007 a ora ha visto crollare il Pil del 12,4% contro l’8,3% del resto d’Italia”. Né, aggiunge il sindacato, si è provveduto finora a dare risposte certe sul fronte dei servizi sociali, della povertà (“250 mila le famiglie che nell’Isola versano in condizioni di povertà assoluta). Della lotta all’evasione di Irpef, Iva e contributi previdenziali: “ammonta a tre miliardi, nella regione, la stima dell’evasione annua”. E su quello del precariato, con “l’ennesima norma-tampone, già approvata, che si limita semplicemente a posticipare la soluzione del problema”. Per la Cisl, è pilatesca pure la scelta, già adottata, in fatto di costi della politica: dai Comuni alle società partecipate. “In una Sicilia che boccheggia – afferma Milazzo – il taglio delle spese connesse alla rappresentanza politica sarebbe stato un passaggio ineludibile, di grande impatto, pure simbolico”. Invece, “abbiamo assistito a un’operazione di autotutela della casta, che ha scelto di delegare ai tacchini-consiglieri comunali l’organizzazione della festa del Ringraziamento, e la riduzione dei loro emolumenti”. E sono state pure resuscitate le indennità per gli amministratori delle società partecipate. Insomma, ripete la Cisl, il mondo cambia ma qualcuno, dentro al Palazzo, pare non accorgersene e punta a tirare a campare come se nulla fosse.